“Sono falsi ciechi”, ma il giudice li assolve: dopo tre anni finisce il calvario di due fratelli reatini

Sono stati assolti dal giudice due fratelli reatini accusati di fingersi ciechi. Una vicenda che inizia nel 2014 (leggi) e che si è conclusa solo oggi con l’assoluzione da parte del giudice nei confronti di Cesidio e Terzo Orsini. La nipote dei due, Michela, ha scritto a RietiLife: “Lontano 2014. Tutto insieme catapultati in una realtà mai conosciuta, fatta di prime pagine sui giornali, un’accusa di truffa aggravata sul groppone e un dolore immane al cuore per un’ingiustizia senza fondamento. E proprio mentre eravamo sulla bocca di tutti quei Paesani curiosi e tanto dispiaciuti, abbiamo girato Tribunali, ascoltato udienze su udienze, fatto accertamenti sanitari su accertamenti sanitari. Magari qualche luminare ci avesse smentito questa disgrazia, ne avremmo restituiti ben volentieri anche 500.000 di euro all’INPS in cambio di due “nuovi” occhi per vedere… E invece, dopo 4 anni di agonia ‘Assolti per insussistenza del fatto’. Possiamo finalmente tornare a viverci la nostra vita fatta di impegno e sacrificio per dare ogni giorno ai nostri familiari una vita dignitosa nonostante la malattia”

La vicenda la riassume Il Corriere di Rieti che riporta anche l’epilogo. Sono stati assolti i due fratelli Orsini, accusati di truffa aggravata ai danni dell’Inps e falso in atti pubblici. Il processo “falsi invalidi” finisce così, con l’udienza conclusiva di ieri mattina ponendo fine alla lunga odissea dei fratelli Cesidio e Terzo Orsini, rispettivamente del 1948 e 1955, ciechi assoluti, secondo la legge, affetti da “retinite pigmentosa”, una malattia della retina, almeno dall’anno 2002.
A deciderlo è stato il Tribunale Penale di Rieti in composizione monocratica, con il Giudice Ilaria Auricchio che ieri mattina ha assolto i due, residenti nel Comune di Longone Sabino, dall’accusa di truffa aggravata ai danni dell’Inps e falso in atti pubblici, a seguito dell’udienza cui hanno preso parte, per l’accusa, il vice procuratore onorario Morandi, il quale ha chiesto l’assoluzione, il difensore della costituita parte civile Inps, l’avvocato Salvatore Carolla, che ha chiesto la condanna dei due fratelli Orsini con risarcimento danni per la somma complessiva di 230mila euro e infine l’avvocato Italo Carotti, difensore degli imputati la cui discussione si è incentrata interamente attorno alle consulenze tecniche, quella della difesa (professor Bolino) e quella del perito nominato dal Giudice (dottor De Giorgio).

Entrambi i consulenti hanno concluso in maniera del tutto similare, riconoscendo che la patologia di cui sono affetti i fratelli di Longone Sabino, pur rientrando nel concetto legale di “cecità assoluta”, permette uno spiraglio residuo di campo visivo che consente attività della vita ordinaria ed una certa autonomia.
Termina così la lunga battaglia legale che ha costretto i fratelli Cesidio e Terzo Orsini a difendersi dalle accuse piombategli addosso in maniera pesante e insistente, a seguito delle indagini, scattate nel 2012, e culminate poi nel 2014 con un sequestro preventivo di parte dei conti correnti di entrambi (ieri nel corso dell’udienza è stata decisa inoltre la restituzione, ai due, dei soldi che erano stati sequestrati dai loro conti correnti per 56mila euro ciascuno) con la conseguenza inevitabile di uno stravolgimento delle loro vite anche a causa dell’esser finiti sotto sotto l’occhio del ciclone, in un piccolo contesto e una realtà come quella del Comune di Longone Sabino.
Insomma i due fratelli a distanza di anni hanno visto ristabilità la verità, quella che hanno cercato di dimostrare da quando si sono visti accusare ingiustamente, anche grazie al lavoro svolto dall’avvocato Italo Carotti che ha saputo smontare le pesanti accuse mosse a carico dei suoi assistiti.

Foto: RietiLife ©

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